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Plexiglas e Fantasia

II plexiglas, vetro sintetico trasparen­te, colorato o orna­mentale, è un ma­teriale tuttora poco usato nel fai da te. La sua lavo­razione e il suo trat­tamento presenta­no peraltro meno problemi di quan­to normalmente si pensi. E’ possibile segarlo, forarlo e addirittura piegarlo a caldo. Vi il­lustriamo il sistema di piegatura del ve­tro a base di PVC, cioè il procedimen­to che consente di realizzare mobiletti decorativi e pratici.

Nei negozi d’arredamento più moderni si trovano an­che mobiletti e strutture modulari in vetro a base di PVC o acrilico, generalmen­te molto costosi. Questi ti­pi di vetri sintetici (PVC si­gnifica polivinilcloruro) fan­no parte dei materiali ter­moplastici, e ciò significa che si ammorbidiscono at­traverso il riscaldamento e che si lasciano quindi mo­dificare nella forma.

L’in­dustria ne sfrutta questa par­ticolarità e produce, per pie­gatura, tavolini da soggior­no, scaffalature, vetrine e altre strutture. Il prezzo ele­vato dei singoli elementi è il risultato del costo intrin­seco del materiale, somma­to a quello della lavorazio­ne, cioè della piegatura. Ogni hobbista in possesso di un saldatore può però costruire da sé e senza fa­tica tutti questi elementi.

Il vetro a base di PVC o acrilico si trova nei tipi tra­sparente, color bronzo o fumé, e con diversi disegni. Il materiale da usare per pezzi d’arredamento deve avere uno spessore di al­meno 6 mm, per mobiletti di dimensioni maggiori va usato quello da 8-10 mm.

Si sega il plexiglas nelle misure desiderate, usando l’av­vertenza di applicare una striscia di nastro adesivo so­pra la linea di taglio per evitare che il surriscalda­mento provocato dalla la­ma lo danneggi.

Il pezzo tagliato può esse­re quindi piegato. Va però prima riscaldato con ‘un sal­datore ad una temperatura variabile dai 75 ai 100°C. La fiamma non va accostata ec­cessivamente, ma tenuta a circa 20 cm di distanza e spostata in continuazione, altrimenti il plexiglas ri­schia di bruciare. Poiché al momento della piegatura i bordi potrebbero rovinarsi, prima di scaldare il pezzo, specialmente quando si la­vora materiale di un certo spessore, i bordi della linea di piegatura andrebbero protetti con una pasta iso­lante.

Si può usare la pasta studiata per i lavori di bra­satura o saldatura di mate­riali particolarmente sensi­bili, resistente fino a 400°C, che evita bruciature sul pez­zo. Dopo aver steso unifor­memente la pasta, con un bastoncino si traccia un cor­ridoio largo circa 1 cm che sarà la linea lungo la quale il plexiglas andrà piegato. Poi si mette mano al sal­datore la cui fiamma scal­derà così solo la parte non coperta dall’isolante.

Per eseguire la piegatura si può usare anche il bordo di un tavolo, ma è preferibile costruire un cavalletto di al­tezza uguale a quella di un tavolo e provvisto nella par­te superiore di un tondino di legno . Il vetro acrilico andrà poi fissato al piano con mor­setti e tenuto fermo da un listello sotto il quale sia stato posto uno spessore in spugna sintetica. La piega­tura va fatta poggiando il plexiglas sul tondino e man­tenendo l’angolazione desi­derata facendo attenzione che la lastra non si sposti. La pressione dev’essere eser­citata con delicatezza e in modo uniforme.

L’operazione va eseguita con molta attenzione prima che il plexiglas si raffreddi e non si lasci più piegare.

Visto come piegare il plexiglas passiamo alla fantasia.

Ad esempio possiamo costruire tipo una mensola per sopra il letto, composta con un piano di vetro sintetico largo 25-30 cm circa, piegato ai bordi per ricavare i due vani rettangolari. Il bordo libero dei vani va incollato al piano. Un profilo ad U di alluminio è applicato al bordo in vista del piano, come rinforzo. Il profilato è tenuto fermo da una guarnizione di gomma.

Oggi stanno tornando di moda  i vinili, perché non costruirci un porta dischi o altro in plexiglas ?

Per i dischi è possibile costruire un contenitore modulare, che si può ampliare successivamente. Se si usa un vetro sintetico operato, la piegatura può essere eseguita solo nel senso del disegno. Il vetro per questi elementi affiancabili deve avere uno spessore di almeno 6 mm.

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