Ebbene sì, esiste una tecnica che spiega come risolvere il cubo di Rubik. Il celebre rompicapo è nato più di quarant’anni fa, nel 1975, per mano dell’omonimo scultore, legando la sua fama propria alla realizzazione di quello che inizialmente venne chiamato Magic Cube, il cubo magico. Il successo è stato tale da aver reso questo gioco una vera e propria icona degli anni ‘70 e ‘80, vendendo svariate centinaia di milioni di copie e considerato il giocattolo più venduto della storia secondo alcuni. La popolarità ancora oggi è decisamente elevata, grazie anche a diverse competizioni organizzate a livello internazionale. Sono molto noti gli speedcuber, giocatori impegnati nel risolvere i cubi con tempi bassissimi.
Affascinante e unico nel suo genere, può sembrare per alcuni irrisolvibile, ma con degli accorgimenti e imparando uno schema diventa decisamente più chiaro, un muro insormontabile solo all’apparenza.
Prima di spiegare come fare il cubo di Rubik, cerchiamo di studiare e analizzare il simpatico cubo colorato.
Il cubo è composto da sei facce, ognuna di esse con nove quadrati più piccoli, ognuno di essi parte a suo volta di un cubo, in uno schema 3×3. Il quadrato centrale di ogni faccia è considerabile fisso, e serve per designare il colore che andrà a comporre ognuna delle sei facce del nostro cubo. Giocandoci si nota come, senza uno schema ben preciso su come risolvere il cubo di Rubik, si finisca inevitabilmente per annullare ogni volta i risultati via via ottenuti, senza particolari benefici, finendo per girare alla cieca.
Detto ciò, si passa all’azione vera e propria – come risolvere il cubo di Rubik?
La prima mossa è quella di scegliere una faccia e completarla in ognuno dei suoi nove quadrati. Il consiglio può sembrare ovvio, ma va accompagnato con una particolare accortezza: cercare di far combaciare il colore degli altri lati dei cubi più piccoli con il quadratino centrale delle altre facce. Un lavoro di questo genere può sembrare difficoltoso, ma non necessita di particolari algoritmi di cubo di Rubik, se non di una certa pazienza, amplificata dall’esperienza individuale del giocatore.
Una volta raggiunto questo obiettivo ci si ritroverà ad avere la prima faccia completa, quattro facce, quelle laterali rispetto alla nostra prima, semi-complete, mentre mancherà la risoluzione dell’ultima. A questo punto si cambia prospettiva, concentrandosi proprio su quest’ultima faccia, e non puntando a una risoluzione, quanto a una sistemazione a croce, in cui il colore della faccia sia per l’appunto presente formando questa forma, lasciando così liberi gli angoli. Detto ciò, al giocatore non resta che giocare con lo scambio delle posizioni degli angoli, stando attento a non scomporre eccessivamente quanto realizzato in precedenza. La risoluzione è così dietro l’angolo.
In rete si possono trovare anche dei veri e propri algoritmi, così come le indicazioni di come muovere ogni pezzo per raggiungere la risoluzione. In questo nostro articolo abbiamo cercato di non rendere troppo semplice la risoluzione per il nostro lettore, preferendo cercare di dare delle indicazioni e dei suggerimenti sommari su come fare il cubo di Rubik, senza diminuire realmente la difficoltà, ma aprendo ugualmente una strada per la risoluzione.
Il cubo resta così per voi una sfida, da affrontare contro voi stessi, con degli amici o contro il tempo. Con la soluzione che rompicapo sarebbe?