Come si curano le orchidee? Scopriamolo insieme

Una delle piante più eleganti e colorate in commercio nel mondo della botanica è l’orchidea. Le varietà di questa pianta sono molte, ma alcune di queste sono più facili da coltivare a casa come ad esempio la famosa Phalaenopsis caratterizzata da lunghi steli pieni di fiori che rimangono per diversi mesi se vengono collocati in un giusto ambiente. Tra gli altri tipi di orchidea si possono trovare anche la Dendrobium con fiori bianchi o color lavanda, l’Oncidium, la Cambria e infine la Miltonia. Il fiore in questione nel suo mercato ha una domanda sempre costante in quanto è facile da curare e si può ottenere un risultato meraviglioso in poco tempo. Per poter coltivare le orchidee basta seguire semplici e pochi consigli attraverso i quali ricavare delle abbondanti fioriture che renderanno il giardino pieno di colore e vitalità.

Clima e illuminazione

Le specie di orchidea sopra elencate, tra le circa 25.000 varietà che esistono al mondo, hanno bisogno di temperature miti e caldi, molta luce, ma mai diretta sulla pianta ed infine una giusta umidità nell’aria, come quella ideale per l’uomo che si aggira intorno al 60%-70%.

All’interno della casa il luogo ideale per posizionare la pianta è vicino ad una finestra munita di tenda cosi che possa filtrare al meglio la luce proveniente da fuori.
Se l’illuminazione è corretta allora le foglie dell’orchidea saranno alla vista di un verde molto intenso.

Per quanto riguarda la temperatura invece ogni specie ha diverse esigenze ma in generale essa non deve essere inferiore ai 18° C e superiore ai 28° C.

Nell’ambiente in cui viene posizionata la pianta inoltre vi deve essere una buona circolazione dell’aria, anche attraverso l’utilizzo di appositi vasi, cosi che non si crei nessun ristagno d’acqua.

Come annaffiare le orchidee

Le orchidee hanno bisogno di essere annaffiate in modo abbondante nel periodo primavera/estate lasciando però che, tra un’innaffiatura ed un’altra, la pianta si asciughi per bene. Per poter capire quando bagnare l’orchidea si può sia sollevare il vaso, se è leggero è il momento giusto altrimenti bisogna aspettare qualche giorno, sia osservare di che colore sono le radici, se sono verdi scuro allora bisognerà aspettare ancora.

Una cosa importante da sapere è che le piante vengono definite epifite ossia le radici amano essere bagnate in modo abbondante, ma devono poi asciugarsi in fretta. Proprio per questo uno dei metodi più efficaci per innaffiare l’orchidea è quello di immergere il vaso in una bacinella per qualche minuto oppure versare l’acqua dall’alto non facendola entrare tra le foglie.
Il momento giusto della giornata per annaffiare il fiore è di sicuro la mattina cosi che l’acqua possa evaporare prima della notte, evitando che si venga a creare del marciume.

Nel periodo in cui la pianta cresce è importante fertilizzarla con un prodotto liquido specifico per orchidee, applicando mezzo flacone ogni quindici giorni. Un altro consiglio inoltre è quello di lasciare la pianta almeno una volta al mese sotto l’acqua del rubinetto per cinque minuti cosi da eliminare i sali e i fertilizzanti che non sono stati assorbiti dall’orchidea.

Quale vaso scegliere per le orchidee

Per poter coltivare al meglio l’orchidea e per rendere questo processo più facile è possibile scegliere dei vasi appositi. Ad esempio il vaso chiamato Epiphyta Masgabana è molto resistente e grazie alla sua trasparenza riesce a far entrare la luce necessaria per la pianta. Inoltre è dotato di una doppia parete che mantiene la temperatura stabile così da evitare degli sbalzi di temperatura.

Un’altra caratteristica importante è la possibilità di drenare l’acqua attraverso dei fori presenti ai lati che permettono alle radici di non marcire anche se si mantengono umide.

Le fioriture delle orchidee

Le fioriture delle orchidee, se trattate nel modo corretto possono durare circa 4/5 mesi e una volta sfiorita si possono ripresentare seguendo alcune indicazioni essenziali.

Spesso queste piante non riescono a fiorire per la mancanza di due elementi importanti che sono lo sbalzo termico e la luce.

Quest’ultima è una delle fonti necessarie per far sì che si creino nuovi steli o ripartenze, grazie alla quale si risveglia la pianta.

Per quanto riguarda invece lo sbalzo termico, in particolare tra il giorno e la notte, permette di creare la fioritura. Per la specie Phalaenopsis basta uno sbalzo di circa 5-7° C senza mai scendere sotto i 16° C.

Ad esempio si può fare tutto ciò lasciando la pianta per una sera fuori in balcone e poi ritirarla la mattina seguente. Questa attività deve essere fatta solo per pochi giorni, al massimo due settimane, fino a quando non si vedono spuntare sulla base del fusto nuovi steli o nuove crescite. Fatto ciò la pianta può ritornare nel suo ambiente di partenza.